Le “Ciliegie di Pecetto” sono riconosciute Regione Piemonte Prodotto Agroalimentare Tradizionale (P.A.T.) e inserite nell’albo nazionale con il nome di «Ciliegie di Pecetto». Dal 2003 sono inserite nel Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di Torino.

Le “Ciliegie di Pecetto” sono garantite dal disciplinare e la titolarità del marchio omonimo è di FACOLT-Frutticoltori Associati Collina Torinese – l’Associazione di frutticoltori della Collina Torinese che ha la propria sede e un campo sperimentale a Pecetto Torinese. La Facolt svolge un ruolo fondamentale nella realizzazione di molte iniziative di promozione del prodotto e del territorio, prima fra tutte la Festa delle Ciliegie (le nostre manifestazioni)

La presenza delle ciliegie sulla Collina Torinese è antica, come in tutto il Piemonte. Già alla fine dell’800 erano molti i ciliegi anche secolari di, vitton-a, nejran-a, grafion bianch, grafion neir e griotta, lungo le strade, le capezzagne delle vigne e nei prati di fondo valle. Le contadine pecettesi raggiungevano il mercato di Porta Palazzo di Torino con le ceste di prodotti agricoli. La principale produzione fino a inizio del 1900 era la vite e il vino, che con la frutta, veniva venduto nelle abitazioni dei Torinesi.
Quando la peronospora falcidiò le viti, esse vennero sostituite dalla coltivazione dei ciliegi.
A inizio 1900 si incentivò la coltivazione del ciliegio dolce con nuove piantagioni. Nel 1916, con i giovani in guerra, il Sindaco, avvocato Mario Mogna, istituì il Mercato delle ciliegie; i negozianti torinesi, venivano direttamente a Pecetto per rifornirsi. Mercato che dura ancora oggi.

Nel 1911, all’Esposizione Internazionale di Torino, Pecetto offrì ai visitatori graffioni sotto spirito e nel 1922 le ceresere offrirono ciuffi di ciliegie nel centro di Torino. In quegli anni la locale distilleria Levetto cominciò a confezionare artigianalmente i graffioni sotto spirito, secondo la locale ricetta. Negli anni ‘70 con l’aiuto di Enti di ricerca, alcuni frutticoltori impiantarono cereseti con metodi ‘moderni’. Dal 1984 con la nascita dell’Associazione FACOLT e una collaborazione più stretta e organica tra produttori e con il sostegno delle Istituzioni Pubbliche, è iniziata una nuova fase di rinnovo e modernizzazione della cerasicoltura con notevole impegno nella ricerca e sperimentazione e nel marketing.

Le principali varietà tipiche locali sono: le ciliegie Vigevano, Mollan-a, Vitton-a, Cassadora, Vitton-a dle Spi, Martini; i duroni: Galucio e Grafion bianch; le agriotte: Amarena di Trofarello o semplicemente Griotta e Marisa. Inoltre sono state introdotte recentemente nuove varietà di rilevante qualità.

Pecetto è, per antonomasia, il paese delle ciliegie. La coltivazione del ciliegio a Pecetto, già presente in modo sporadico e sparso, si è diffusa all’inizio del secolo in sostituzione, sia fisica, dei vigneti rovinati dalla peronospora, sia reddituale, per le famiglie degli agricoltori anche con l’introduzione .di nuove varietà (es. la Vittona dal sud della Francia).

Nel 1917, con l’arrivo in piena produzione degli impianti e la contemporanea assenza dei giovani in guerra, fu aperto il Mercato delle Ciliegie, tuttora esistente (si veda la notizia data dal Sindaco ai Giovani al Fronte, la promozione fatta a Torino, nel 1922, e le foto del mercato in Piazza Roma di quegli anni). Una notevole espansione della coltivazione cerasicola si è poi avuta a seguito della distruzione dei vigneti da parte della filossera, comparsa nella collina Torinese nel 1925.
Il Mercato delle Ciliegie, ininterrottamente dalla sua origine, è un mercato stagionale, all’ingrosso. Le ciliegie vengono raccolte generalmente solo al mattino, scelte e confezionate nel pomeriggio, per essere vendute sul mercato serale (l’apertura attualmente è alle 18,30) ai dettaglianti di Torino e della provincia ed ai grossisti, per poi essere rivendute direttamente o indirettamente nel mattino seguente al consumatore nei negozi o nei mercati rionali. Il vecchio regolamento del Mercato vietava la vendita all’ingrosso al di fuori del mercato.
Una delle più antiche testimonianze della vocazione cerasicola di questa zona è rappresentata dal paliotto policromo della prima metà del Settecento, presente nella chiesa di Santa Maria della Neve, su cui sono rappresentate raffigurazioni ornamentali di ciliegie con uccelli nell’atto di beccarle. Ciò induce a pensare che i ciliegi fossero conosciuti e coltivati in questa zona fin dall’antichità.